Ma
pensateci bene, sembrano tutte fatte apposta per peggiorare la situazione già
difficile in cui siamo.
E
come ho sempre affermato, non vi sembra che adottando scelte esattamente
OPPOSTE si sarebbero ottenuti risultati migliori?
Come
dimostrazione voglio citare le ultime due notizie ascoltate alla TV:
1.
E’
stato deciso che il licenziamento di una colf, anche per giusta causa, debba
costare al datore di lavoro € 480 per ogni anno di lavoro prestato dalla
colf, il rateo della tredicesima per l’anno in corso e anche circa 1.500 euro
da versare all’INPS.
2.
I
cani di qualunque razza e taglia sono entrati a far parte delle spese
considerate dal redditometro.
Prendo
spunto da queste due ultime decisioni per osservare, in linea con le prime
affermazioni di questo scritto, che entrambe queste decisioni saranno motivo di
numerosi fatti fortemente negativi.
Per
quanto riguarda la prima, ho subito avvertito mia figlia madre di un bebè di 5
mesi, di stare ben attenta nel pensare di farsi aiutare nei lavori di casa da
una qualsiasi persona, visto che deve tener conto che la cifra che dovrà
pagarle verrebbe aumentata di circa un 40% a causa di tutti gli obblighi di
legge previsti.
Non
ritenendomi l’unico ad aver avuta questa reazione, immagino che questo
ragionamento sia stato fatto da una moltitudine di cittadini italiani e dunque
la “nuova pensata”, anche se chi l’ha inventata ritiene che il saldo per l’INPS
sarà positivo, dimostra ancora una volta che NESSUNO dei nostri amministratori
ha l’acume di tener conto delle reazioni che ogni azione provoca.
In
un momento in cui una larga parte dei cittadini ha la necessità quanto meno di
valutare con estrema attenzione le spese a cui va incontro, c’è chi, invece di
adoperarsi per alleviare questi problemi, pensa a come “succhiare” altri soldi
al popolo sia pure per destinarli ad un assistenzialismo che molto
probabilmente sarà sfruttato da una buona quantità di falsi aventi diritto.
Si
decide considerando sempre e solo qualche vantaggio e non si fa mai mente locale
a tutti gli svantaggi che ogni decisione realizza.
Ma
possibile che nessuno ha neanche immaginato la naturale contrazione
dell’offerta di lavoro che la “pensata” produrrà? Ed è il caso di non tener
conto di questa certezza, proprio nel momento in cui lo Stato dovrebbe mettere
in atto ogni azione atta invece ad incentivare le offerte di lavoro?.
Ma
non pensate che invece bisognerebbe premiare in qualche modo chi utilizza un
po’ del poco denaro rimastogli per dar da mangiare a chi ne ha bisogno,
piuttosto che tassarlo per averlo fatto?
E
passo all’altra “nuova pensata”, quella dei cani. La stupidità di quest’altra
nuova idea deriva dal fatto che essa vorrebbe essere un nuovo “aggiustamento”
ai complicati calcoli del redditometro.
“Errare
è umano, ma perseverare è diabolico”, questo mi è venuto in mente sentendo la notizia;
ed infatti è diabolico che mentre l’intero Paese di tartassati e anche di buona
parte dei tartassatori si sta rendendo conto dell’assurdità del redditometro,
c’è qualcuno dotato evidentemente di paraocchi, che pensa a come rendere ancora più astruso il
provvedimento.
Ma
forse il legislatore, valutando teoricamente e a modo suo il costo che un cane
ha per il proprio padrone, voleva cercare di far diventare “non congrui” anche
i barboni che dormono nelle strade in compagnia non di uno ma di alcuni cani?
Le
naturali reazioni che questa idea sta provocando sono subito venute fuori; sono
già molti quelli che non fanno più inserire il chip sotto pelle al proprio
cane, molti altri non li vaccinano più, aumenteranno i cani abbandonati, e
aumenterà comunque l’illegalità perché ci sarà un altro motivo per nascondere quello
che si possiede al fisco. Quindi, come sempre, questa novità peggiora la
società, mortifica i cittadini e li istiga ancor più all’evasione. Bel
risultato, no?
Approfitto
per sottolineare, e non sono il solo, come anche la “invenzione” del
redditometro sta servendo principalmente a scoraggiare ogni acquisto e non dei
super ricchi che rimangono sempre fuori da ogni intervento e che essendo
comunque pochi hanno poca influenza sui consumi, ma del ceto medio che fino a
qualche tempo fa costituiva forse l’unica categoria di persone che poteva
mettere un po’ di danaro in circolo consentendo alle aziende di vendere e di
conseguenza di pagare le tasse.
A
me pare che se un cittadino evade le tasse lo sa bene, perché se lo fa, lo fa
scientemente; dunque il “redditest” disponibile in rete serve solo a far capire
ai contribuenti se il fisco con i suoi astrusi parametri teorici li considererà
evasori o non, indipendentemente dall’esserlo veramente; esso probabilmente
finirà per essere usato solo per verificare se una certa spesa che vorrebbe fare
utilizzando dei risparmi ottenuti magari mangiando meno, sarà accettata come
congrua dal fisco; se come spesso accadrà, il risultato sarà “non congruo”, la
spesa nella maggioranza dei casi non verrà più fatta, e ciò produrrà soltanto
una riduzione dei consumi tutt’altro che utile.
E
non serve a nulla affermare che se si riesce a giustificare la spesa non
congrua, non si ha nulla da temere, perché sappiamo tutti bene l’atteggiamento
da strozzini che hanno gli impiegati dell’organizzazione.
Personalmente,
io preferirei poter chiedere PRIMA all’Agenzia delle Entrate se data certa una mia
situazione economica, mi posso PERMETTERE o non un acquisto, in maniera da
avere una approvazione scritta già nelle mani, e non dover rischiare pur avendo
agito onestamente, di incontrare un impiegato maldestro che non voglia sentire
ragioni; lo so, c’è sempre la commissione tributaria a cui ricorrere, ma visto
che mi è già capitato, se anche mi daranno ragione (e non è detto) dovrò
tribolare con la giustizia, gli avvocati e alla fine con la “compensazione
delle spese” che ABITUALMENTE E SENZA RAGIONE i giudici decidono di aggiungere
nelle sentenze, anche se favorevoli al cittadino, quando dall’altra parte c’è
lo Stato.
Per
concludere dirò che al momento in Italia per un cittadino che faccia parte del
ceto medio, la situazione è la seguente:
1.
Sugli
ultimi 1000 euro guadagnati, ne versa 410 subito al fisco come trattenuta alla
fonte;
2.
Se
decide di utilizzare i 590 euro che gli sono rimasti e acquista un bene qualsiasi,
ne versa sotto forma di IVA altri 102 provocando anche un ulteriore introito
per lo Stato dovuto alle tasse che paga il venditore sul suo guadagno (circa
altri 70 euro)
3.
Da
quanto detto sopra 1000 euro incassati da un cittadino di ceto medio gli
consentono di acquistare un bene il cui valore reale completo anche del
guadagno di chi lo vende è di euro 488; il fisco invece, su quei 1000 euro
guadagnati da un cittadino con il suo lavoro, incassa all’incirca euro 658.
4.
E
dopo tutto questo il cittadino, prima di decidere di utilizzare i suoi soldi guadagnati
onestamente e versando tutto quanto gli è stato imposto al fisco, deve desiderare
di poter chiedere il permesso a quest’ultimo di poter utilizzare quei soldi.
Ma
viviamo in un Paese libero o questo è uno Stato di Polizia?
Sia
ben chiaro che non intendo stendere un “velo pietoso” su chi evade; ma ritengo
che ci debbano essere ben altri mezzi per combattere gli evasori alcuni dei
quali già messi in atto, metodi che non infonoano negli onesti la PAURA di
spendere e che non rischiano di creare un enorme contenzioso.
Franco
Fellicò
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