venerdì 27 dicembre 2024

La guerra all'auto elettrica

 

Un amico mi ha inviato un articolo letto su LIBERO scritto da una certa BENEDETTA VITETTA (una giovanetta laureata all’Università di Milano che a me pare non abbia affatto le idee chiare).

Riporto qui di seguito tutto l’articolo, titolo compreso, e inserisco i miei commenti (in rosso) all’interno dello stesso.

Auto, effetto-Cuba in Italia: a cosa ci stanno condannando le follie della Ue

Benedetta Vitetta

La sciagurata decisione presa dalla Ue nel 2019 ha imposto la transizione verso l’elettrico del sistema automotive e il divieto di vendita di vetture endotermiche nuove a partire dal 2035 è stata» davvero mortifera «per l’intero settore dell’auto sia in Italia sia negli altri Stati Ue». Si noti che la decisione “sciagurata” è stata presa da ben 5 anni fa durante i quali solo le case costruttrici si sono dati da fare per produrre le nuove auto mentre i media e i politici, italiani specialmente,  non hanno fatto altro che frenare in tutti i modi possibili la loro vendita ed è ovvio che è inutile produrre quello che non viene comprato. E non è quindi un caso che con i dati di dicembre, il comparto dell’auto di casa nostra quest’anno vedrà poco meno di 1,6 milioni di immatricolazioni. «Si tratta di numeri che, ancora una volta, confermano l’implosione del mercato» ha spiegato ieri Confcommercio Mobilità con Federmotorizzazione in una nota, «un calo causato soprattutto dalle scelte decise dai piani alti della Ue. Qui la “Benedetta” vorrebbe stupidamente attribuire la riduzione delle vendite alla “sciagurata” decisione SENZA CAPIRE che invece la riduzione delle vendite delle auto (elettriche e non) è dipesa esclusivamente dai prezzi sempre più elevati delle auto.

 

Ossia bando termico, solo elettrico, multe alle Case troppo inquinanti. Immatricolazioni delle vetture elettriche pure (Bev): 65.000 (il 4% del mercato), in lieve calo rispetto al 2023, nonostante gli incentivi alla domanda; anche negli altri Paesi Ue la penetrazione delle vetture a batteria è lontana dagli obiettivi». «Le decisioni approvate dalla Ue» ha sottolineato Simonpaolo Buongiardino, presidente di Confcommercio Mobilità e Federmotorizzazione, «hanno portato a un collasso della produzione automobilistica europea. Visto che le vetture elettriche costano almeno il 30% in più rispetto a quelle tradizionali. Qui va osservato che è vero le auto elettriche non si vendono perché costano troppo (anche che già oggi ci sono molte elettriche disponibile a prezzo quasi analogo alle termiche), ma come mai non si vendono più neanche le auto termiche? Ovviamente il motivo è il costo alto anche delle termiche e quindi questo non c’entra niente con la presenza delle BEV.

 

In più con questa transizione l’Ue ha scavato un solco tra i cittadini ricchi e quelli meno abbienti, lasciando inoltre un enorme vantaggio competitivo alla Cina nel segmento delle vetture endotermiche economiche. Questa è una “solfa” sempre presente tra i NOBEV infatti tutti sostengono che il “nemico” Cina va tenuto lontano da noi, andando contro la globalizzazione, e NESSUNO pensa invece che dovremmo imparare proprio da loro a produrre auto a basso prezzo. La sostenibilità non può essere solamente ambientale, ma, contemporaneamente deve essere sociale ed anche economica». Se guardiamo i dati Acea tra il novembre 2023 e il novembre di quest’anno si vede quali sono le case automobilistiche che hanno ridotto le immatricolazioni in Ue: il colosso francoitaliano Stellantis ha perso il 10,1%, segno meno anche davanti a Bmw (-6,5%), poco sotto lo zero Mercedes Benz (-0,6%), mentre Volkswagen e Renault sono cresciute sul fronte immatricolazioni rispettivamente del 4,1 e dell’8,3%. Segni opposti per le asiatiche con da un lato Toyota (+17,3%) mentre Hunday ha lasciato sul terreno il 13,4%. Pollice verso, infine, anche per Tesla che negli ultimi 12 mesi ha perso il 40 per cento. Qui “la  Benedetta” fa un elenco della riduzione delle vendite mettendo insieme sia quella delle termiche che quella delle elettriche e continua ad attribuire, sia pure indirettamente, questa riduzione alla “sciagurata decisione UE”, mentre si sa bene che le auto di qualunque tipo non si comprano più perché sono TUTTE troppo care.

 

A questo punto «serve invertire la rotta, confidiamo nell’Alleanza delle 36 regioni Ue dell’Automotive- la Lombardia ne assume con il nuovo anno la presidenza- perché si avvii un percorso di dialogo comune e di revisione delle decisioni Ue» ha aggiunto Buongiardino precisando che «Confcommercio Mobilità con Federmotorizzazione è stata da subito l’unica voce fortemente critica: la decarbonizzazione, infatti, deve essere raggiunta con un mix di soluzioni, in funzione delle modalità di utilizzo dell’auto, a cominciare dai biocarburanti, e, grazie allo sviluppo tecnologico, dall’idrogeno. Non sconfessando l’obiettivo, ma interpretandolo sotto il concetto di neutralità tecnologica, ovvero con la ricerca di ogni possibile modalità di trazione e di carburante, che ottenga lo scopo». E nessuno di questi che invocano la “neutralità tecnologica” non si rende conto che la neutralità implica ovviamente che tra le soluzioni ci sia anche quella offerta dalle BEV e che essa è la più completa e sicura di tutte, quella più efficiente di tutte e ben presto anche quella MENO COSTOSA di tutte.

 

Se non si procederà su questa strada, il rischio sarà «di assistere al declino finale dell’economia automotive europea dando vita al cosiddetto “effetto Cuba”» ha affermato il presidente di Confcommercio Mobilità e Federmotorizzazione. Un effetto che provocare tre rischi tremendi per un Paese già oggi pieno di auto particolarmente vecchie. Il primo è aver meno sicurezza stradale; il secondo è che i prezzi dell’Rc auto saranno più cari per via di un maggior numeri di incidenti. Infine il terzo rischio riguarda produrre maggior inquinamento dovuto all’invecchiamento del parco auto circolante.

Dunque, se vogliamo concludere, per evitare questi rischi occorrerebbe che venissero acquistate tante auto nuove e potrebbero essere sia termiche che elettriche; nel primo caso si avrebbe una ripresa del mercato e nel secondo non solo la ripresa del mercato ma anche un grande vantaggio ecologico. Ma la “Benedetta” non ha pensato a come questo potrebbe accadere (lei infatti si è occupata solo di criticare e non di suggerire) e allora visto che come abbiamo capito tutti (tranne la Benedetta) che le auto di qualunque tipo non si vendono perché costano troppo, bisognerebbe solo che diminuissero di prezzo e tornassero almeno ad essere quello di una volta.

 

Vediamo allora quali sono i TREND dei costi sia delle termiche che delle BEV: le termiche costeranno sempre di più non tanto per le stupide multe previste per chi vende poche auto elettriche (dico stupide perché le vendite non si possono imporre se non ci sono i compratori) ma perché l’euro 7 e poi certamente l’8, il 9, ecc. si tradurranno certamente in altri aumenti impossibili da evitare. Il  prezzo delle elettriche invece sarà in continua discesa per il costo sempre più basso delle batterie che sono ancora oggi il motivo principale dei maggiori costi delle BEV.

 

Il risultato sarà allora che fra qualche anno, e certamente PRIMA del 2035, lo scenario sarà ben diverso dall’attuale e le BEV costeranno molto meno delle termiche per cui la ripresa delle vendite sarà possibile proprio perché saranno disponibili auto (le BEV) ad un prezzo alla portata di tutti.

 

Ora voglio aggiungere anche che se il futuro è certamente l’elettrico, e proprio per motivi dei costi si venderanno tante auto elettriche, quello che TUTTI dovrebbero fare, ciascuno secondo le proprie possibilità, è di spingere i lavoratori di oggi e ancor più quelli di domani ad essere dei bravi tecnici capaci di interagire con la tecnologia emergente.

 

Quindi i politici dovrebbero creare situazioni che favoriscano al più presto la conversione dei meccanici in elettrotecnici e i giornalisti dovrebbero pungolare sempre più spesso e con forza l’opinione pubblica nella stessa direzione.

 

Ma la “Benedetta” insieme a Salvini e a qualche altro contestatore, ritiene che bandire l’elettrico possa essere una soluzione. Meno male che quando negli anni 80 non c’erano ancora né la Benedetta né Salvini; altrimenti oggi con la scusa di salvare l’Olivetti avremmo forse ancora in essere una fabbrica di macchine calcolatrici meccaniche che nessuno comprerebbe più perché in tutto il resto del mondo si usano solo i calcolatori elettronici.

 

Franco Fellicò



domenica 22 dicembre 2024

Immaginazione

 

Pensate all’universo e alla sua immensità e immaginate di essere un alieno che vive in un corpo celeste dal quale il pianeta terra appare grande come un pallone da calcio e la luna, che è una ottantina di volte più piccola, sembra una sferetta di qualche millimetro.

 

Se fossimo quell’alieno, potremmo vedere la luna girare attorno alla terra mentre la terra gira su se stessa e percorre una orbita ellittica attorno al sole.

 

La terra ci apparirebbe di un colore blu chiaro perché il 70% della sua superficie è costituita da una distesa di acqua; ma vedremmo anche alcune parti più scure (i continenti) con forme diverse che ci apparirebbero come galleggianti sulle acque.

 

Ma per vedere meglio i dettagli non basterà la nostra vista naturale ma occorrerà qualche strumento; potremmo usare inizialmente un binocolo  e con esso potremmo vedere molto meglio i contorni dei continenti; ci sembrerà di vedere un specie di carta geografica e potremmo individuare delle parti montuose, dei grossi laghi, delle foreste e dei deserti; quello che invece non si vedrà affatto sono i confini delle varie Nazioni perché essi sono frutto di decisioni e accordi che gli umani hanno deciso nel tempo.

 

Sempre con l’aiuto del binocolo potremmo vedere degli agglomerati di costruzioni (le CITTA’) realizzate da dei piccoli esseri (gli umani) e sembrerà anche che attorno a queste costruzioni si muova qualcosa che però non riusciremmo ad identificare.

 

Ma a quel punto se invece del binocolo cominciassimo ad usare un potente telescopio allora vedremmo ancora altri dettagli; vedremmo subito che quelle parti in movimento tra le costruzioni e tra le città sono degli strani oggetti che hanno 2 o 4 ruote e che vengono utilizzati dagli umani per spostarsi più velocemente; vedremmo anche meglio quegli esseri minuscoli e noteremmo che sono dotati di 4 arti due dei quali sono usati per spostarsi e gli altri due per scopi diversi.

 

Questi esserini ci sembreranno come delle formiche in un formicaio impegnate in tanti lavori; alcuni potrebbero essere intenti a realizzare altre costruzioni e noteremmo che per farlo non utilizzano solo i loro arti superiori ma si fanno aiutare anche da degli strumenti che altri esseri hanno creato; usano ad esempio dei CAMION per far arrivare i materiali necessari alla costruzione e delle GRU per portarli in alto in maniera più comoda (CAMION e GRU sono proprio i nomi che quegli esseri hanno dato ai loro strumenti).

 

Tra le città vedremmo anche i cosiddetti TRENI che ci sembreranno dei lunghi vermetti pieni di umani che corrono seguendo una coppia di linee nere che essi chiamano ROTAIE.

 

Ma mentre in certe zone si vedono gli esserini che insieme si impegnano nel creare nuove costruzioni (che loro chiamano ABITAZIONI) ci sono delle zone in cui un buon numero di quelle formichine sono impegnati al contrario in azioni atte a distruggere sia le costruzioni che le formiche che vi abitano.

 

I questi casi si vedono partire da certe zone del pianeta degli oggetti distruttivi chiamati MISSILI o anche degli altri oggetti più piccoli chiamati AEREI da combattimento e DRONI che sorvolano il suolo a pochi centimetri e poi cadono sopra altre zone e al momento dell’impatto fanno una grossa scintilla distruggendo una o più costruzioni e uccidendo chi vi abita.

 

Queste azioni si chiamano GUERRE e vengono organizzate per lo più da pochi umani che per dei motivi non troppo chiari impongono a molti altri di operare in maniera da distruggere intere città; in questi combattenti però quelli che ubbidiscono possono anche essere uccisi da coloro che attaccano.

 

Noteremmo quindi che molti esseri umani muoiono o perché attaccati da altri, oppure a causa della reazione di quelli che vengono attaccati.

 

Non riusciremo a capire come mai questo accade e l’unica spiegazione che riusciremo a darci è che c’è qualcuno che gode nell’imporre la propria volontà ad altri, oppure desidera appropriarsi di terre di altri e che però per raggiungere il proprio obiettivo si serve di altri esseri come lui che stupidamente gli ubbidiscono anche rischiando la propria vita.

 

Ma quello che colpisce è che tutti questi, quelli che comandano e quelli che ubbidiscono, sono degli esseri assai piccoli sia nelle dimensioni che nell’intelletto; ma essi si sentono grandi e forti e credono di poter usare la propria forza per cambiare quello che invece rimane un pianeta appena scalfito da quelle armi che essi pensano essere potentissime. L’unico effetto che riescono ad ottenere è una notevole diminuzione della loro stessa specie falcidiata dalle loro armi diaboliche e un peggioramento del clima offeso dalla sporcizia dei loro mezzi di distruzione.

 

Insomma la terra vista dall’esterno è proprio strana e specie per per le carneficine messe in atto dagli esserini che l’abitano, potremmo definirla per niente logica e anzi abbastanza ridicola.

 

Ed è pure strano che certe lotte durano anche anni senza concludersi mai. 

 

Subito dopo che delle parti vengono distrutte c’è chi le ricostruisce, mentre gli esseri che perdono la vita dall’una e dell’altra parte purtroppo escono definitivamente dalla scena. L’unico o gli unici che invece certamente sopravvivono sono quelli che comandano perché vivono sicuri mantenendosi lontano dai combattimenti.

 

Guardando queste azioni stupide ci verrebbe voglia di intervenire utilizzando la nostra superiorità tecnologica per mettere un po' di ordine in quel mondo; potremmo infatti eliminane in un colpo solo sia il mandante o i mandanti che gli stupidi sudditi lasciando sopravvivere soltanto gli umani meno agguerriti e più intelligenti.

 

Franco Fellicò

 

 

 

 

sabato 14 dicembre 2024

La crisi dell'automobile

 

Ogni volta che se ne parla mi innervosisco perché a mio parere NESSUNO fa mai un ragionamento serio sull’argomento. Ultimamente ci sono stati i licenziamenti connessi alla situazione STELLANTIS che sono rientrati per un anno per l’intervento del Governo; ora infatti i media dicono che la produzione delle auto riprenderà in tutti gli stabilimenti italiani.

 

Ma non credo che basti riprendere la produzione se poi le auto non si vendono, perché produrle per metterle in un piazzale in attesa che qualcuno le compri NON E’ UNA SOLUZIONE.

 

A me piace usare la logica che invece sembra che nessuno pensi di seguire. La logica si individua con un RAGIONAMENTO che proverò a fare da solo visto che nessuno di quelli che devono trovare le soluzioni ha pensato di fare.

 

 

Ed eccolo il ragionamento:

 

Che ci sia una crisi dell’automobile è noto a tutti e se si vuole contrastarla occorre prima di tutto capire cosa l’ha provocata; infatti solo dopo che si è capito questo, si potrà cercare di individuare una soluzione.

 

Basta un RAGIONAMENTO semplicissimo per capire che la crisi è nata a causa di una forte riduzione delle vendite delle auto prodotte, cosa che ha costretto le case costruttrici a produrre meno e spesso a licenziare parte del personale.

 

Ma allora occorre prima di tutto capire come mai le vendite sono diminuite così tanto, e anche in questo caso basta avere un minimo di intelligenza per scoprire che i motivi sono certamente almeno DUE.

 

Il primo motivo è che, come è noto, il mercato è saturo visto che ciascuno di noi ha una o due vetture e non ha la necessità impellente di acquistarne un’altra; inoltre i giovani delle nuove generazioni non sono più tanto interessati come nel passato al possesso di un’auto e comunque non riescono da soli ad acquistare la gran quantità delle auto prodotte.

 

Il secondo motivo è che mentre nel passato gli automobilisti usavano cambiare la propria auto sostituendola con una nuova mediamente ogni due anni, oggi ritengono più corretto mantenere molto più a lungo l’auto vecchia visto che i costi delle auto nuove sono diventati ormai proibitivi.

 

Io ricordo benissimo che negli anni 80 sia pure una piccola 500 Fiat costava appena 475.000 lire e cioè meno di 250 euro di oggi il che mi consentiva di acquistarla con circa una metà del mio stipendio mensile di allora; tutti sanno invece che una 500 Fiat di oggi ha un prezzo tale da impegnare almeno 4 o 5 interi stipendi mensili.

 

Abbiamo alloora chiaro i motivi per cui il settore dell’auto è in crisi; il motivo è il prezzo che è diventato TROPPO ALTO. E quindi possiamo anche dedurre che l’unica cosa che potrà far rientrare la crisi è la RIDUZIONE DEI PREZZI.

 

Infatti solo se le auto scenderanno notevolmente di prezzo è possibile che le vendite riprendano ad essere quelle di una volta visto che il rinnovo della auto più vecchie potrebbe tornare ad essere preso in considerazione.

 

Quindi, lo ripeto ancora, la produzione delle fabbriche potrà ritornare ad avere il ritmo di una volta senza che le auto prodotte rimangano invendute, soltanto in presenza di una forte richiesta da parte degli acquirenti e però questa richiesta si avrebbe solo in presenza di una congrua riduzione dei prezzi.

 

E’ allora inutile riprendere le produzioni se non si fa prima in modo di offrire le nuove auto ad un prezzo accettabile o meglio ancora interessante.

 

Ora, anche se penso che i margini attuali potrebbero essere ridotti, sono anche abbastanza certo che a causa dei costi dei materiali e delle spese di produzione (in particolare dell’energia) essi non potranno mai ridursi così tanto da poter tornare a quello che ho menzionato a proposito della 500 Fiat degli anni 80.

 

Dunque occorre qualcosa di completamente nuovo a prezzi concorrenziali che possa invogliare gli automobilisti a sostituire il proprio vecchio mezzo.

 

Nel campo automobilistico per fortuna esiste una nuova tecnologia che a breve consentirebbe di poter offrire delle auto a buon mercato e che potrebbe invogliare gli acquirenti all’acquisto non solo per il basso costo di acquisto, ma anche per il possibile basso costo di utilizzo oltre che per la maggiore qualità dell’insieme.

 

Questa nuova tecnologia è quella dell’auto a motore elettrico che, come ho detto, a breve sarà quella che potrà essere venduta a più basso prezzo per via della semplicità di tutta la parte dedicata al moto.

 

Come ormai è noto le BEV (Battery Electric Vehicle) sono oggi più costose per i costi alti delle batterie ad alto voltaggio; ma questi costi stanno diminuendo ogni giorno e prestissimo la componente BATTERIA non sarà più quella che determinerà il costo complessivo delle auto; mentre il motore elettrico e l’inverter che sono gli altri due unici elementi importanti in una BEV costano certamente molto meno di un motore termico completo di frizione, cambio automatico, impianto di lubrificazione, impianto di raffreddamento, impianto di scarico e altri ammennicoli non necessari nelle BEV.

 

Dunque se le fabbriche vogliono riprendere a produrre a pieno ritmo, altro non dovrebbero fare che aumentare fortemente la loro offerta dell’elettrico dimostrando che non solo una BEV è più silenziosa, confortevole e efficiente di un’auto termica ma è anche meno costosa.

 

Ovviamente occorrerebbe anche che gli automobilisti più riottosi e cioè quelli che non concepiscono altro che le auto con motore a scoppio o diesel si convertano alla nuova tecnologia, rinunciando ad ascoltare le innumerevoli notizie false che circolano a proposito delle BEV.

 

Ne avrebbero tutto da guadagnare in quanto a comodità, pulizia, silenziosità, scatto ed efficienza e cadrebbe il principale motivo frenante e cioè il costo, perché esso diventerà molto più basso delle auto a motore termico.

 

Accanto alle nuove auto elettriche economiche potrebbero rimanere come produzione di nicchia anche le termiche che necessariamente costeranno molto di più e che saranno destinate ad aumentare ancora ogni anno a causa degli obblighi da rispettare sempre più pesanti per le richieste continue di riduzione delle emissioni nocive.

 

Quindi mentre si vorrebbe attribuire la crisi dell’auto all’arrivo delle elettriche, sto affermando che invece potrebbero essere proprio loro a SALVARE le fabbriche in difficoltà.

 

Naturalmente occorre anche che il Governo (Salvini in particolare) la smetta di osteggiare una tecnologia che invece andrebbe sostenuta sia per il bene del pianeta sia proprio per salvare le fabbriche delle auto; in più il Governo dovrebbe anche mettere un po' di ordine nella distribuzione dei kWh da parte dei gestori delle colonnine pubbliche di ricarica rendendole semplici nell’utilizzo almeno come glia attuali distributori di carburante (quindi abolizione degli abbonamenti e delle innumerevoli APP esistenti) e facendo in modo che i prezzi del kWh sia onesto, di poco superiore a quello della ricarica domestica e abbastanza unificato su tutto il territorio nazionale.

 

Quindi sto affermando che il Governo ha molto da fare, ma per sostenere e incentivare l’elettrico e non per provare in tutti i modi a rimandarlo; solo così non solo si salveranno le fabbriche e quindi tutti i lavoratori della filiera, ma si accelererà la transizione ecologica cosa doverosa per un Governo di oggi.

 

E se quello che ho appena detta sarà fatto, in aggiunta ai risultati che ho indicato si farà anche in modo che la mano d’opera di chi lavora nel campo dell’auto si converta alle nuove tecnologie per tempo evitando di diventare obsoleto quando, INDIPENDENTEMENTE dal disegno di Salvini, i motori termici nel 2035, o anche qualche anno dopo ammesso che l’Europa accetti le sue stupide richieste, scompariranno.

 

Franco Fellicò

 

martedì 3 dicembre 2024

100 milioni

 

Parlo di Carlos Tavares, l’amministratore delegato di Stellantis che, dopo aver messo in ginocchio un’azienda portandola quasi al fallimento, ha deciso di dimettersi portandosi a casa 100 milioni di euro.

 

Quell’uomo il cui stipendio mensile base era di 10 milioni di euro, pare che nel 2022 ne abbia presi 23,5 mentre nel 2023 ben altri 36,5 di milioni.

 

Ma se fosse stato un MARCHIONNE forse poteva anche passare, mentre invece il suo apporto è stato praticamente nullo e durante la sua gestione le vendite si sono ridotte di circa il 50%.

 

La crisi dell’auto è certamente evidente e nota a tutti ma non posso credere che i risultati dell’Azienda gestita da Tavares dovessero essere quelli peggiori di tutti gli altri solo perché il caso aveva deciso che la crisi dovesse colpire Stellantis più degli altri.

 

Ho letto un confronto tra le buonuscite ricevute dagli altri suoi colleghi, certamente più validi di lui: essi hanno ricevuto buonuscite assai meno pesanti: Oliver Blume di Volkswagen 10 milioni, Ola Kallenius di Mercedes 12 milioni; Oliver Zipse di BMW 9 milioni e Luca De Meo di Renault “appena” 5 milioni.

 

Insomma sembra quasi che la buonuscita per Tavares sia stata calcolata con una formula che è INVERSAMENTE proporzionale ai risultati ottenuti.

 

Leggo che sono in tanti a gridare allo SCANDALO e si spera che il Consiglio di Amministrazione possa intervenire quanto meno per minimizzarlo.

 

L’Azienda ha bisogno di essere rimessa in piedi da qualcuno che abbia le capacità di Marchionne e potrebbe molto meglio utilizzare 100 milioni di euro per quello scopo.

 

Ma per ora le cose stanno così e nel prossimo futuro vedremo come andrà a finire.

 

Franco Fellicò