A me i dazi non sono mai piaciuti, ma è un mezzo che le Nazioni utilizzano da tempo per “proteggere” i propri prodotti quando quelli di altri Paesi sono troppo concorrenziali.
Se ci pensate è un artificio che consente alle fabbriche nazionali di vendere i propri prodotti anche se in qualche altra nazione quegli stessi prodotti costano meno.
Nel passato questo artificio si è usato moltissimo ed aveva l’obiettivo di fare in modo che ogni Stato consumasse i propri prodotti anche se peggiori o più costosi.
Poi pian piamo questi metodi sembravano voler scomparire e si passò alla globalizzazione che al contrario cominciò ad aprire le frontiere; gli scambi commerciali tra Stati divennero sempre più frequenti e anche la circolazione delle persone tra le diverse Nazione divenne più facile.
Ci furono vantaggi per tutti perché chi non era forte in un tipo di lavoro utilizzava i prodotti realizzati da chi invece aveva maggiori capacità a produrli; ma poiché l’apertura delle frontiere era reciproca anche i Paesi importatori di certi prodotti avevano la possibilità di esportare i propri ed il risultato era un vantaggio per tutti.
Ricordo che negli anni della mia gioventù le automobili cinesi non potevano essere proprio vendute in Italia e forse anche in Europa e però poi con la globalizzazione questi divieti scomparvero e prima solo le auto Europee e poi anche quelle di tutto il mondo cominciarono ad essere vendute anche da noi.
Il fiorire delle vendite di un qualunque prodotto cominciò a dipendere soltanto dalla sua qualità e dal suo prezzo, indipendentemente da dove fosse stato prodotto.
Le fabbriche che in un Paese non erano in grado di affrontare quella concorrenza finirono per chiudere; ma in compenso ci furono anche molte fabbriche nazionali che essendo leader nella produzione della propria materia per qualità, e potendola offrire a prezzi concorrenziali al resto del mondo, aumentarono enormemente la loro produzione con esportazioni in tutti gli altri Paesi.
I vantaggi furono non solo delle fabbriche ma anche degli utilizzatori perché mentre le prime avevano maggiore possibilità di smercio i secondi potevano godere di ogni tipo di bene sia che fosse prodotto in Patria sia che provenisse dall’Estero.
E anche i prezzi di tutti i prodotti sia importati che esportati diventarono più accessibili vista la maggiore quantità che veniva venduta non solo in Patria ma in tutto il mondo.
E così il mondo del commercio si è evoluto ed è diventato internazionale consentendo una vita migliore a tutti e anche mantenendo viva una concorrenza che era ormai diventata mondiale.
Ma ultimamente la Cina, Paese molto produttivo e leader mondiale in molti campi tecnologici, ha cominciato a spaventare i paesi dell’Occidente specialmente per la sua produzione di automobili e in particolare per quelle elettriche; la sua capacità produttiva è diventata tanto elevata da preoccupare l’occidente al punto che l’Europa ha deciso di rimettere dei DAZI sulle loro auto.
Anche Trump, nuovo Presidente degli Stati Uniti, pensa che per “proteggere” le aziende USA occorrerà imporre dazi su tutti i prodotti provenienti dalla Cina e anche dal resto del mondo.
Queste azioni sono molto pericolose, specie ora che tutti abbiamo assaporato i benefici della globalizzazione; il rischio è infatti che queste decisioni finiranno per provocare analoghi dazi imposti dai Paesi colpiti per cui ci sarà un rallentamento complessivo di tutte le importazioni ed esportazioni.
Forse qualche azienda nazionale poco produttiva riuscirà a salvarsi perché protetta dai dazi, ma naturalmente i prezzi dei prodotti soggetti a quell’artificio aumenteranno perché se acquistati dall’estero saranno gravati dai dazi e se comprati in patria saranno più costosi perché prodotti da fabbriche meno efficienti.
Aumenterà allora l’inflazione e anche la vita degli individui diventerà più scomoda perché non tutti potranno beneficiare delle tecnologie moderne se non a costi molto più elevati di oggi.
Ultimamente ho notato che il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una sua visita in Cina ha più volte sottolineato quanto importante sia la cooperazione commerciale tra il nostro Paese e il loro e mi sono sempre domandato se il suo dire non fosse in contrasto con quello che ha fatto l’Europa nonché con una parte della maggioranza dell’attuale Governo (Salvini tanto per fare un nome) che invece sono fautori dei nuovi dazi.
Per fortuna pare che l’Europa stia riesaminando la sua decisione specie dopo che la Cina ha denunciato le nuove misure alla “Organizzazione Mondiale del Commercio”, mentre la casa automobilistica SAIC colpita da dazi per il 35,3% pare abbia fatto ricorso alla “Corte di giustizia europea”. Infatti sembra che tra l’Europa e la Cina si stia per fare un accordo diverso e stabilire un “impegno sui prezzi” che sostituirebbe i dazi appena definiti.
Nel caso dei dazi sulle auto cinesi che sono una punta di diamante in riferimento alla transizione ecologica, i dazi sarebbero anche un vero freno alle azioni necessarie a contrastare i cambiamenti climatici.
Per concludere il mio commento non può che tornare a ricordare ancora una volta il proverbio (neanche a farlo apposta Cinese) che dice: “Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri e altri mulini a vento”.
Cosa voglio dire con questo? Semplicemente che se i Cinesi sono più bravi di noi nel produrre automobili elettriche, piuttosto che “creare muri” (i dazi lo sarebbero) è certamente più saggio battersi per migliorare la propria produttività al limite copiandoli; e finché non ci saremo riusciti sarà meglio accettare le loro auto che sono migliori e meno costose delle nostre e nel frattempo rifarci vendendo a loro i nostri prodotti di qualità per i quali siamo noi ad essere leader.
Franco Fellicò