sabato 14 dicembre 2024

La crisi dell'automobile

 

Ogni volta che se ne parla mi innervosisco perché a mio parere NESSUNO fa mai un ragionamento serio sull’argomento. Ultimamente ci sono stati i licenziamenti connessi alla situazione STELLANTIS che sono rientrati per un anno per l’intervento del Governo; ora infatti i media dicono che la produzione delle auto riprenderà in tutti gli stabilimenti italiani.

 

Ma non credo che basti riprendere la produzione se poi le auto non si vendono, perché produrle per metterle in un piazzale in attesa che qualcuno le compri NON E’ UNA SOLUZIONE.

 

A me piace usare la logica che invece sembra che nessuno pensi di seguire. La logica si individua con un RAGIONAMENTO che proverò a fare da solo visto che nessuno di quelli che devono trovare le soluzioni ha pensato di fare.

 

 

Ed eccolo il ragionamento:

 

Che ci sia una crisi dell’automobile è noto a tutti e se si vuole contrastarla occorre prima di tutto capire cosa l’ha provocata; infatti solo dopo che si è capito questo, si potrà cercare di individuare una soluzione.

 

Basta un RAGIONAMENTO semplicissimo per capire che la crisi è nata a causa di una forte riduzione delle vendite delle auto prodotte, cosa che ha costretto le case costruttrici a produrre meno e spesso a licenziare parte del personale.

 

Ma allora occorre prima di tutto capire come mai le vendite sono diminuite così tanto, e anche in questo caso basta avere un minimo di intelligenza per scoprire che i motivi sono certamente almeno DUE.

 

Il primo motivo è che, come è noto, il mercato è saturo visto che ciascuno di noi ha una o due vetture e non ha la necessità impellente di acquistarne un’altra; inoltre i giovani delle nuove generazioni non sono più tanto interessati come nel passato al possesso di un’auto e comunque non riescono da soli ad acquistare la gran quantità delle auto prodotte.

 

Il secondo motivo è che mentre nel passato gli automobilisti usavano cambiare la propria auto sostituendola con una nuova mediamente ogni due anni, oggi ritengono più corretto mantenere molto più a lungo l’auto vecchia visto che i costi delle auto nuove sono diventati ormai proibitivi.

 

Io ricordo benissimo che negli anni 80 sia pure una piccola 500 Fiat costava appena 475.000 lire e cioè meno di 250 euro di oggi il che mi consentiva di acquistarla con circa una metà del mio stipendio mensile di allora; tutti sanno invece che una 500 Fiat di oggi ha un prezzo tale da impegnare almeno 4 o 5 interi stipendi mensili.

 

Abbiamo alloora chiaro i motivi per cui il settore dell’auto è in crisi; il motivo è il prezzo che è diventato TROPPO ALTO. E quindi possiamo anche dedurre che l’unica cosa che potrà far rientrare la crisi è la RIDUZIONE DEI PREZZI.

 

Infatti solo se le auto scenderanno notevolmente di prezzo è possibile che le vendite riprendano ad essere quelle di una volta visto che il rinnovo della auto più vecchie potrebbe tornare ad essere preso in considerazione.

 

Quindi, lo ripeto ancora, la produzione delle fabbriche potrà ritornare ad avere il ritmo di una volta senza che le auto prodotte rimangano invendute, soltanto in presenza di una forte richiesta da parte degli acquirenti e però questa richiesta si avrebbe solo in presenza di una congrua riduzione dei prezzi.

 

E’ allora inutile riprendere le produzioni se non si fa prima in modo di offrire le nuove auto ad un prezzo accettabile o meglio ancora interessante.

 

Ora, anche se penso che i margini attuali potrebbero essere ridotti, sono anche abbastanza certo che a causa dei costi dei materiali e delle spese di produzione (in particolare dell’energia) essi non potranno mai ridursi così tanto da poter tornare a quello che ho menzionato a proposito della 500 Fiat degli anni 80.

 

Dunque occorre qualcosa di completamente nuovo a prezzi concorrenziali che possa invogliare gli automobilisti a sostituire il proprio vecchio mezzo.

 

Nel campo automobilistico per fortuna esiste una nuova tecnologia che a breve consentirebbe di poter offrire delle auto a buon mercato e che potrebbe invogliare gli acquirenti all’acquisto non solo per il basso costo di acquisto, ma anche per il possibile basso costo di utilizzo oltre che per la maggiore qualità dell’insieme.

 

Questa nuova tecnologia è quella dell’auto a motore elettrico che, come ho detto, a breve sarà quella che potrà essere venduta a più basso prezzo per via della semplicità di tutta la parte dedicata al moto.

 

Come ormai è noto le BEV (Battery Electric Vehicle) sono oggi più costose per i costi alti delle batterie ad alto voltaggio; ma questi costi stanno diminuendo ogni giorno e prestissimo la componente BATTERIA non sarà più quella che determinerà il costo complessivo delle auto; mentre il motore elettrico e l’inverter che sono gli altri due unici elementi importanti in una BEV costano certamente molto meno di un motore termico completo di frizione, cambio automatico, impianto di lubrificazione, impianto di raffreddamento, impianto di scarico e altri ammennicoli non necessari nelle BEV.

 

Dunque se le fabbriche vogliono riprendere a produrre a pieno ritmo, altro non dovrebbero fare che aumentare fortemente la loro offerta dell’elettrico dimostrando che non solo una BEV è più silenziosa, confortevole e efficiente di un’auto termica ma è anche meno costosa.

 

Ovviamente occorrerebbe anche che gli automobilisti più riottosi e cioè quelli che non concepiscono altro che le auto con motore a scoppio o diesel si convertano alla nuova tecnologia, rinunciando ad ascoltare le innumerevoli notizie false che circolano a proposito delle BEV.

 

Ne avrebbero tutto da guadagnare in quanto a comodità, pulizia, silenziosità, scatto ed efficienza e cadrebbe il principale motivo frenante e cioè il costo, perché esso diventerà molto più basso delle auto a motore termico.

 

Accanto alle nuove auto elettriche economiche potrebbero rimanere come produzione di nicchia anche le termiche che necessariamente costeranno molto di più e che saranno destinate ad aumentare ancora ogni anno a causa degli obblighi da rispettare sempre più pesanti per le richieste continue di riduzione delle emissioni nocive.

 

Quindi mentre si vorrebbe attribuire la crisi dell’auto all’arrivo delle elettriche, sto affermando che invece potrebbero essere proprio loro a SALVARE le fabbriche in difficoltà.

 

Naturalmente occorre anche che il Governo (Salvini in particolare) la smetta di osteggiare una tecnologia che invece andrebbe sostenuta sia per il bene del pianeta sia proprio per salvare le fabbriche delle auto; in più il Governo dovrebbe anche mettere un po' di ordine nella distribuzione dei kWh da parte dei gestori delle colonnine pubbliche di ricarica rendendole semplici nell’utilizzo almeno come glia attuali distributori di carburante (quindi abolizione degli abbonamenti e delle innumerevoli APP esistenti) e facendo in modo che i prezzi del kWh sia onesto, di poco superiore a quello della ricarica domestica e abbastanza unificato su tutto il territorio nazionale.

 

Quindi sto affermando che il Governo ha molto da fare, ma per sostenere e incentivare l’elettrico e non per provare in tutti i modi a rimandarlo; solo così non solo si salveranno le fabbriche e quindi tutti i lavoratori della filiera, ma si accelererà la transizione ecologica cosa doverosa per un Governo di oggi.

 

E se quello che ho appena detta sarà fatto, in aggiunta ai risultati che ho indicato si farà anche in modo che la mano d’opera di chi lavora nel campo dell’auto si converta alle nuove tecnologie per tempo evitando di diventare obsoleto quando, INDIPENDENTEMENTE dal disegno di Salvini, i motori termici nel 2035, o anche qualche anno dopo ammesso che l’Europa accetti le sue stupide richieste, scompariranno.

 

Franco Fellicò

 

2 commenti:

Bruno I ha detto...

Carissimo Franco, sono Bruno Iovine. Ho provato a contattarti alcuni anni fa, ma senza esito. Passando all'argomento di questo blog, volendo cambiare l'auto -Diesel di classe 5B - mi sono posto il problema di come possa mai fare una VERA auto completamente elettrica a fornire la notevolissima quantità di energia necessaria a far funzionare un climatizzatore - oggi presente, possiamo dire, in quasi tutti i veicoli in circolazione - quando siamo in piena estate o in inverno, magari con la neve? L'ibrido ahimè non è una soluzione.

L'ibrido non risolve i problemi prodotti dai combustibili fossili, né quelli ai quali contribuiscono in larga misura i motori endotermici. Semmai li potrebbe solo ridurre in determinate zone: il centro città, magari i quartieri snob, a basso indice abitativo.
In definitiva io suppongo che la "VERA" conversione all'elettico è ancora molto lontana.

Nel frattempo i signori industriali dovrebbero seriamente fare investimenti in ricerca principalmente con le proprie tasche, e non pretendere finanziamenti dallo Stato "ad libitum".
I suoi finanziamenti lo Stato (si, con la S maiuscola, sempre) dovrebbe orientarli secondo gli insegnamenti dell'ECONOMIA KEINESIANA, che ha contribuito a ridar vita al nostro Occidente dopo il disastroso secondo dopoguerra.
Occorre dar linfa diretta e vera all'occupazione "in tempo reale" - secondo un'efficace espressione a noi ben nota.
La RICERCA ha bisogno di tempi lunghi e il settore pubblico la promuova con risorse ben dimensionate e proporzionate alle disponibilità. Il contributo delle Aziende deve essere ben concreto.

Un caro abbraccio e spero di poterti "leggere" in tempi ragionevoli :))

Franco ha detto...

Caro Bruno è un gran piacere incontrarti. Scrivimi a franco@ffellico.com che avrò piacere di risponderti e di discutere in privato con te su quella che è la tua opinione, Purtroppo non hai indicato il tuo indirizzo email e quindi ho dovuto rispondeti qui sperando che mi leggerai. A presto.