martedì 28 novembre 2023

Una nuova IDIOZIA

 

Qualche mese fa avevo proposto a VaiElettrico di pubblicare un mio articolo nel quale era riportata una proposta SEMPLICISSIMA che poteva consentire allo Stato di far produrre, senza NESSUNA NECESSITA’ DI DEDICARVI SOVVENZIONI, una enorme quantità di energia elettrica da fotovoltaico.

 

VaiElettrico considerò la mia “ricetta” irrealizzabile per cui si rifiutò di pubblicarla; il 23 agosto 2023  ho pubblicato allora quell’articolo sul mio BLOG anche se quest’ultimo ha una popolarità certamente minore; il link è:

 

http://ffellico.blogspot.com/2023/08/il-fotovoltaico-dai-privati.html

 

Oggi, leggo però di una nuova IDIOZIA che qualcuno dei nostri Governanti ha deciso di proporre ai cittadini. Non è SEMPLICISSIMA come quella mia, ma COMPLICATISSIMA come tutti i meccanismi che è abituata a creare il Governo; la mia non costa niente allo Stato mentre per quella di cui sto parlando sono stati stanziati 5,7 miliardi di euro di cui 2,2 dai fondi PNRR.

 

La mia proposta poteva consentire ad ogni cittadino proprietario di un’abitazione dotata di un tetto o anche ad un qualunque condominio, di realizzare a proprie spese ma a costi bassi un impianto fotovoltaico; quella che ho chiamato “idiozia” l’hanno pomposamente chiamata CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) e detto più in chiaro (per loro) sarebbe una COMUNITA’ di produzione, autoconsumo e condivisione locale; più in dettaglio ecco come è spiegato nel decreto (in POLITICHESE) cosa sono le CER:

 

In base alla Risoluzione AdE n. 18/2021, una Comunità di energia rinnovabile (CER) è un soggetto giuridico, autonomo e con partecipazione aperta e volontaria. Il suo obiettivo è fornire benefici ambientali ed economici alla comunità dei propri azionisti o membri. Più in dettaglio, ecco la definizione di legge:

 

 

“un soggetto giuridico che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, autonomo ed effettivamente controllato da azionisti o membri che sono situati nelle vicinanze degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, detenuti dalla comunità, la cui finalità principale è quella di fornire benefici ambientali, economici o sociali ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari”.

 

Le CER che permettono, anche a piccole imprese e consumatori privati, di diventare produttori di energia green (anche tramite l’impiego di sistemi di accumulo) per autoconsumo collettivo e condivisione locale.

NB: Una comunità energetica è costituita in maniera differente dai gruppi di autoconsumo collettivo, che agiscono sempre collettivamente ma in virtù di un accordo privato, e che si limitano in genere allo stesso condominio o edificio.

Se poi volete capire cosa è un “gruppo di autoconsumo collettivo” ve lo riporto qui di seguito, sempre prendendolo dal decreto e sempre in POLITICHESE:

Con autoconsumo collettivo ci si riferisce in generale alla possibilità concessa per legge di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili prodotta da un impianto di generazione locale e consumarla nell’abito della propria collettività, intesa come i membri di uno stesso edificio. Una comunità energetica per autoconsumo collettivo può, più in particolare, vedere tra i soggetti che la compongono sia condomini che aziende o enti pubblici e persone fisiche.

 

Secondo la definizione dell’ENEA:

L’autoconsumo di energia è una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un soggetto giuridico, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali.”

L’autoconsumo di energia si può dunque realizzare a 3 livelli: individuale, collettivo e di comunità. In Italia, l’autoconsumo collettivo e le comunità energetica (livelli 2 e 3) sono anche riconosciute legalmente (dal 2020). Ogni comunità ha caratteristiche accomunate da uno stesso obiettivo: autoprodurre e fornire energia rinnovabile a prezzi competitivi.

Non posso certamente riportarvi tutto il decreto, ma posso invitarvi a darvi un’occhiata (anche se sono sicuro che non avrete la forza di leggere tutto); ecco il link:

https://www.pmi.it/economia/green-economy/383262/comunita-energetiche-rinnovabili-nuovi-incentivi-e-risparmi.html?utm_source=tagnewsletter&utm_medium=email&utm_campaign=energia-2%2Cgreen-economy-2%2Cfonti-rinnovabili-2#comunita-energetiche-rinnovabili-cer-cosa-sono

 

 

Anche se per darvi solo un’occhiata vi prego di andare a vederlo,, vi servirà a capirne la complessità e a ridere o forse meglio a piangere. E tutto quello semplicemente per consentire l’installazione di un impianto fotovoltaico in un condominio.

 

Non ho capito perché tutta questa regolamentazione, e non ho neanche capito se una comunità possa consistere anche di un SINGOLO; ma anche se mi pare di SI non capisco se anche il SINGOLO debba rispettare tutte le regole che sono state inventate.

 

Il decreto vuol regolamentare l’installazione di impianti CONDOMINIALI, quindi utilizzando i tetti di palazzi con molti appartamenti e non capisco perché le regole riguardanti la suddivisione delle spese e anche quelle per l’utilizzo dell’energia prodotta non possano essere  fissate da una normale riunione di condominio, ma debbano essere quelle fissate dallo Stato.  

 

Non posso fare a meno di riportare un altro stralcio del decreto:

 

 

In base al TIAD (Testo Integrato dell’Autoconsumo Diffuso) redatto dall’Authority ARERA, il GSE deve dettare le nuove regole tecniche e operative per la gestione dei soggetti coinvolti nel mercato dell’autoconsumo diffuso di energie rinnovabili:

  • gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente
  • gruppi di clienti attivi che agiscono collettivamente
  • comunità energetiche rinnovabili (CER)
  • comunità energetiche dei cittadini
  • autoconsumatori individuali di energia rinnovabile “a distanza” con linea diretta
  • autoconsumatori individuali di energia rinnovabile “a distanza” che utilizzano la rete di distribuzione
  • clienti attivi “a distanza” che utilizzano la rete di distribuzione.

 

Nello specifico delle CER, in attesa che entrino in vigore le nuove regole GSE a integrazione di quelle attuali (ad esempio in materia di Referente della CER), si tratta di coinvolgere associazioni di autoproduzione locale, le quali possono ottenere forti risparmi in bolletta, con tagli per la spesa energetica fino al 25% sulle utenze domestiche e condominiali e fino al 20% in caso di PMI e distretti artigiani.

 

 

Ma ovviamente chiunque è in grado di leggere le miriadi di regole che, a mio avviso, delle menti bacate sono state capaci di escogitare. E naturalmente non poteva mancare in tutto questo la presenza di ENEA, ARERA, GSE e anche del MASE.

 

A me pare che quello che si legge rispecchia esattamente il detto “COME COMPLICARE LE COSE SEMPLICI”.

 

Ci sarà certamente qualcosa di nascosto che io non sono stato capace di individuare, e questa è l’unica cosa che mi fa riconoscere quanto sono bravi quelli che inventano queste cose nel nascondere i veri obiettivi che hanno; e che indubbiamente non sono per il bene dei cittadini ma di qualcuno che non è mai dato capire chi sia.

Se avete letto la mia proposta, ecco le differenze:

 

·      Nella mia proposta ciascun cittadino pagherebbe l’impianto di tasca propria, ma usufruirebbe di tariffe basse visto che i lavoro dell’installatore non sarebbe tassato e in più non dovrebbe neanche richiedere L’IVA che sarebbe stata azzerata, e lo Stato risparmierebbe 5,7 miliardi. Invece nel caso delle CER, le comunità dovrebbero pagare sempre di tasca propria delle fatture salate perché gravate da IVA e dalle tasse che dovrà pagare chi installa, ma lo Stato dovrebbe incentivare i lavori spendendo 5,7 miliardi; evidentemente si saranno fatti i conti e avranno già verificato che i miliardi che incasseranno, saranno maggiori di 5,7.

·      La mia proposta consentirebbe di far realizzare un impianto condominiale con delle regole fissate dai condomini in una semplice riunione straordinaria e anche che qualche privato si associ con uno o più vicini quando avessero un grosso tetto in comune; in entrambi i casi  le regole della suddivisione delle spese e anche quelle dei consumi si fisserebbero di comune accordo. Nel caso delle CED (specie se la comunità deve comunque comprendere più di un associato) invece le regole sarebbero fissate da un regolamento Statale e dovrebbe essere applicato anche se non gradite.

 

Ma quello che sicuramente scoraggerà i cittadini, invece di incoraggiarli, saranno le mille regole da rispettare, l’associazione da costituire, lo Statuto da redigere e certamente anche le spese INUTILI che saranno sicuramente necessarie, oltre anche ai tempi per la realizzazione degli impianti che sicuramente aumenteranno.

 

In pratica quindi questa “idiozia”, perché solo così la si può chiamare, mentre “sulla carta” vorrebbe essere una elargizione dello Stato, in pratica è un modo per scoraggiare anche chi aveva deciso di  realizzare un proprio impianto, oppure per quei pochi che ci dovessero credere, un modo per complicare la vita a dei cittadini virtuosi e un mezzo dello Stato per cercare di far generare energia elettrica dai privati facendo finta di incentivarli, ma facendo in modo di guadagnarci.

 

E’ una delle solite “furbate” dello Stato il cui obiettivo dovrebbe essere quello di far crescere il numero di impianti fotovoltaici privati, ma che COME SEMPRE avrà l’effetto contrario.

 

Ricordate la mia massima? Ve la ricordo io di nuovo:

 

“Quando il Governo emana un decreto o una legge per raggiungere un obiettivo, provate sempre a verificare cosa succederebbe se fosse stato deciso il  CONTRARIO; vi accorgerete che l’obiettivo si potrebbe raggiungere meglio facendo proprio il CONTRARIO”

 

Franco Fellicò

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